Qualche sera fa ero davanti a questa stangona con i tacchi dorati e gli shorts di pelle che guidava una band di uomini con una grinta non indifferente. Le avrei dato 30 anni, ma ha introdotto una canzone dicendo che la cantava da 21 anni e ho capito che ne aveva qualcuno di più (45 ho scoperto poi). La canzone si intitola “Doing this” e ci ha detto che rappresenta la risposta a tutte le persone che le chiedono da due decenni perché fa questo lavoro, come fa a gestire questa vita. “A volte ti svegli in un hotel dall’altra parte del mondo, sei stanca morta e ti chiedono perché lo fai. E la risposta è che amo terribilmente il lavoro che faccio, amo tantissimo questa vita. Dopo che avrete ascoltato questa canzone voglio che tutti voi vi alziate domattina e pensiate: mollo tutto e divento un musicista”. È stata più o meno la risposta.
In molti non capiscono che lavoro faccio. Chi capisce cosa faccio nella pratica non comprende come faccia a fare la vita che faccio. Quelli che mi sono più vicini si sono semplicemente rassegnati: è così e basta, non rientrerà in un altro schema.
Non ho orari, non ho una giornata tipo, non ho un capo, sono una strenua difensora della partita Iva, vivo da sola, non ho figli, faccio su e giù tra due città da almeno un decennio e negli ultimi anni le città sono diventate 3 o 4. Ho una discreta capacità di sopportazione all’alcol, alle abbuffate e ai casi umani. Governo l’ansia come un capitano il suo vascello in ogni tipo di mare. Mi carico a molla dallo stress, oscillo tra momenti in cui penso di farmi rinchiudere in manicomio a fasi in cui mi sento il re dell’orchestra. Lavoro come una pazza e la risposta sta tutta lì: anch’io sono convinta di fare il lavoro più elettrizzante del mondo. Faccio una vita strana, ma quale vita non è unica?
A fine concerto la band leader ha ringraziato sua figlia e tutta la sua famiglia che aveva attraversato l’oceano per essere lì a vederla. La figlia adolescente si è alzata saltando. Ho pensato: che si proverà ad essere la figlia di una madre così? Una donna così bella, così piena di energia e di carisma, una che domina il palco e il pubblico in shorts di pelle e top d’oro? Quali traumi subirà nell’adolescenza? Quali complessi maturerà la poveretta? Ma sapete cosa? Era stata davanti a me per tutto il concerto e mi sembrava che si divertisse da matti.
Non c’è un solo modo per essere madri, così come non c’è un solo tipo di infanzia felice. Non c’è un solo modo di vivere. Ma se ti svegli pensando che la tua è una gran vita è di gran lunga meglio.