Che avete letto sotto l’albero? Si legge ancora sotto l’albero? Io sì e voglio condividere con voi i tre libri più sorprendenti che ho letto a Natale. E quando dico sorprendenti intendo proprio in grado di lasciarti a bocca aperta, farti riflettere, trasportarti in un’altra dimensione o addirittura darti il capogiro.
Fiabe islandesi
Medaglia di bronzo per questo libretto con la copertina sognante e dentro una marea di storie brevi o brevissime. Che c’è di meglio delle favole per comprendere una cultura e una popolazione? Le fiabe ci raccontano molto di chi siamo e com’è organizzata la nostra società. Qui dentro si trovano storie di donne che salvano gli uomini, re transgender, voglia di riscatto, lotta contro il potere precostituito, invito a giocarsi una possibilità anche fosse l’unica e la più preziosa pur di provare ad avere un futuro migliore, ad avere fiducia in se stessi, anche quando tutto sembra contro di noi. Insegnamenti che parlano di una società combattiva (e d’altronde si è scelta uno dei luoghi più inospitali al mondo per vivere), capace di sognare boschi laddove la pianta più alta è un arbusto, regni incantati e “popoli sotterranei”.
Follia per sette clan
La storia corre lungo il sottile crinale che separa “follia diagnosticata” e “normalità”. Chi è normale? Cosa succederebbe se confinassimo tutti coloro che reputiamo malati su un altro pianeta? Sarebbe migliore o peggiore del nostro? Quello dipinto da Philip Dick è un futuro non troppo lontano. Nel 1967 profetizza alcune derive che oggi sembrano già realtà, dall’ipercontrollo dei cittadini alla difficile convivenza tra specie, alla riproduzione di vecchi e nuovi ghetti. Il finale non ve lo svelo ma a me è piaciuto. Ha il sapore di quei film (o quelle vite vere) in cui c’è più di una strada da percorrere.
L’ordine nascosto
I funghi sono fenomenali e questo libro ha cambiato totalmente il mio modo di vedere il mondo, considerare gli individui, le relazioni, la natura intesa come umana, vegetale e animale. I funghi sono anarchici, invincibili, potenzialmente immortali, si accoppiano con chi vogliono, crescono ovunque, sono capaci di azioni corali senza perdere la propria individualità e senza dover eleggere un capo. Proliferano a Chernobyl e sopravvivono nello spazio, sono dei piccoli computer biologici e vengono studiati come potenziali sensori da connettere a reti tecnologiche. Tutto ciò senza farsi troppo notare. Nella prossima vita voglio essere un fungo. Assolutamente da leggere. Lo potete trovare qui: perfino il nome dell’autore sembra uscito da un mondo fiabesco.