Controelogio della solitudine

amore solitudine

Ho sempre amato le cose che si fanno in solitudine. Il mio sport è la corsa e il mio sogno è finire una maratona vera sulle mie gambe. Amo leggere, viaggiare da sola, mi dà una sensazione di estrema libertà il poter scegliere in piena autonomia tappe, orari, luoghi da vedere, ristoranti da provare. Sono felice di potermi confrontare con me stessa e di buttarmi senza paracadute negli imprevisti e nei nuovi incontri. Anche le cose che generalmente vengono associate alla condivisione, come stappare una buona bottiglia o andare a cena fuori, le amo nella loro versione solitaria. In parte sono convinta che certe esperienze si possano comprendere solo ascoltando se stessi fino in fondo e per farlo è necessaria un po’ di sana solitudine. Sarà per questo che mi piacciono così tanto i libri di Murakami Haruki: c’è sempre dentro un personaggio solitario che riesce a isolarsi per un lungo periodo dalla società, rifugiandosi in qualche luogo fuori dal mondo, dove ancora la natura coesiste con la magia ed è possibile credere a esperienze incredibili.

Probabilmente il mio amore per la solitudine dipende dal fatto che passo il 90% della vita ad accordare le esigenze delle altre persone. Ascoltare i clienti, cucinargli una strategia su misura, fargliela masticare e poi farla digerire ai giornalisti. Organizzare pranzi ed eventi per la stampa, press tour in cui le voci vadano a tempo e tutti riescano a dire la propria. Mediare, più di ogni cosa. Anche nel privato mi succede: sto lì nel mezzo e prendo ogni volta una forma diversa a seconda delle esigenze. Sono un segno d’acqua, ci sono portata. Ma da bravo Pesci è difficile che resti ancorata a lungo nello stesso posto. Ti distrai un attimo e sono già al largo. Ma torno subito.

È in uno di queste fughe in solitaria che ho capito una cosa. Che la solitudine è bella, ma la compagnia può essere altrettanto sorprendente. Ti puoi portare a casa una conversazione profonda da un ristorante mediocre, una risata da un posto anonimo, un finale insolito da un luogo comune. Puoi finire in posti che non avevi preso in considerazione, fare esperienze a cui non avevi pensato, trovare nuovi spunti in attività che ti avevano già annoiato. E più di tutto, hai un altro paio di occhi attraverso i quali guardare le cose.

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