Che fine ha fatto il romanticismo? Perché ci siamo tutti convinti che sia una cosa da donnette deboli e incapaci di intendere e di volere? Vogliamo tutti dimostrare di essere completamente autonomi, indipendenti, indifferenti anche. Insensibili di fronte a un tramonto, alla luna, alla bruma mattutina, alla neve colorata di rosa sulla cima delle montagne quando sorge il sole, una poesia, un brano letto ad alta voce, ma anche a un gesto, una parola dolce, una carezza.
Essere romantici non è più di moda, non è ammesso nemmeno durante il corteggiamento. Troppo sentimento, meglio mantenersi sobri, non scoprirsi troppo, meglio buttarla sull’attrazione fisica, astenersi perditempo. I vincenti non sono romantici.
In compenso in questo anno di pandemia sono tornati di gran moda i fumetti, con tutto l’apparato di cosplay, serie tv ispirate ai comics, outfit fantasiosi da indossare con orgoglio, negozi dedicati, sfilze di Instagram stories e hashtag. Un trend che non conquista solo i più giovani, ma anche gli adulti. Non parlo di quelli travestiti da teenager che in tempi non infetti sciamavano al Lucca Comics. E nemmeno di quelli rimasti attaccati a Cristina D’Avena come alla coperta di Linus. Adulti veri, esseri senzienti e coscienti, con un lavoro e uno stipendio più o meno normale, magari con una famiglia. Secondo me è un segnale che c’è ancora tanto bisogno di sognare.
Ho letto anche che in pandemia è cresciuta la frequenza del consumo di vino, ben oltre i classici bicchieri durante i pasti. Un altro segnale a mio avviso che c’è un grande bisogno di evasione. Sicuramente si tratta di due fenomeni che non dettati, ma accelerati dalla pandemia, come si suol dire incessantemente sui media.
Propongo una terapia. E se invece di cercare il sogno e l’evasione nei tempi morti (ché chiamarli liberi in cattività sembra eccessivo), cercassimo di riportarli in vita? Potremmo partire con l’inserire un po’ di magia nelle nostre giornate, un granello alla volta. Possiamo trovare il coraggio di fare un gesto spericolato ed esagerato senza necessariamente esagerare con l’alcol (anche se resto una fan di questa opzione). Visto che da un anno viviamo in una bolla, arrediamola, coloriamola. Potremmo scoprire che è solo una bolla di sapone. E che la vita là fuori ci piace ancora.