Tutti noi pensiamo di essere un libro aperto, che basta guardarci per leggerci, che sia banale capire cosa ci fa piacere e cosa ci potrebbe dare fastidio. O che quantomeno basti un po’ di voglia di approfondire – per amore, per affetto, per diletto – per riuscire ad arrivarci. Non è proprio così. I cosiddetti soul mates esistono, sì, e non è detto che corrispondano per forza di cose a fidanzati e fidanzate. Possono essere amiche, amici, fratelli, compagni di avventure, in casi fortunati partner sul lavoro.
Ciò non significa però che le anime gemelle sappiano leggerci dentro senza che neanche parliamo. Le anime gemelle sono quelle con cui ci apriamo in maniera naturale, quelle a cui ci rivolgiamo nel momento del dubbio esistenziale, quelle con cui vuotiamo il sacco senza paura di essere giudicati, ma anzi, con la consapevolezza di trovare una sponda.
Non è affatto semplice trovare la propria anima gemella. E non è sempre poetico come si dice nelle favole: si diventa custodi dei segreti più raccapriccianti l’uno dell’altro, ci si assume la responsabilità di non proferire parola con nessuno a proposito di quella figura di cacca storica, ci si trova a parlare dei destini dell’umanità in preda a sbronze colossali e di delusioni cosmiche in mezzo a bestemmie altrettanto altisonanti. Ma su una cosa le favole hanno ragione: l’anima gemella è una, difficilmente se ne trovano a grappoli, nella vita.
Con tutti gli altri bisogna fare la fatica di spiegarsi. Affinare l’arte della diplomazia o arrendersi al fatto di scontrarsi. Rassegnarsi al fatto che non sempre saremo compresi, nonostante gli sforzi titanici messi in campo. Raccontarsi è pericoloso, certo. Necessita l’incommensurabile rischio di non essere presi sul serio (o di essere presi troppo sul serio), di affidare le proprie debolezze a qualcuno che non se le merita. Perché alla fine sono le nostre debolezze a renderci unici. Gli sbagli, le crepe, le lacune, i difetti che ci sembrano mostruosi sono vere calamite per l’affetto degli altri.
Il guscio è rassicurante, ma se diventa la tua casa sarà sempre più pesante da portare in giro. Ogni tanto bisogna essere in grado di togliersi la corazza. Certo, sarà estremamente doloroso. E ogni volta sarà come la prima: inutile sperare negli anticorpi. Ma ascoltare pazientemente, fare di sì con la testa, sorridere alle battute altrui e trovare sempre le parole giuste non vi porterà in dote un’anima gemella. Al massimo un incarico come ufficio stampa.
In copertina: Homeworks, Ornaghi e Prestinari