Qualche tempo fa attraverso questo blog ho ferito una persona a cui tengo molto (anzi due). Ho preso un episodio della sua vita senza chiedere il permesso e l’ho buttato in mezzo ad altre cose, dando un’impressione totalmente diversa dalla realtà. La verità è che l’ho fatto senza riflettere, con in testa solo l’idea di rendere più divertente un post e mi sento tremendamente in colpa. Quando ho chiesto scusa ho ricevuto in dono alcune frasi molto belle, tra cui questa: “l’importante nella vita è non autoterrorizzarsi”. Da lì ho cominciato a riflettere e mi sono resa conto che la mia vita è un continuo atto di terrorismo nei confronti della mia vita. E di conseguenti sensi di colpa.
Ho un senso di colpa per tutto. Se esco tardi da lavoro mi sento in colpa nei confronti di amici e parenti che trascuro e anche di me stessa, perché forse mi meriterei qualcosa di meglio. Se esco prima da lavoro mi sento in colpa verso il lavoro e anche verso me stessa, ché il giorno dopo dovrò ammazzarmi per recuperare. Se accetto anche quel bicchiere, mi sento in colpa perché bevo troppo, ma se non lo accetto mi sento in colpa perché poteva essere un’ottima annata. Se mangio dolci devo fare penitenza correndo per ore, ma se non li mangio mi sento in colpa perché la vita è una e – come dice un altro mio amico – quello potrebbe essere l’ultimo dolce che mangerai. Se mi avvicino al mio ragazzo, mi allontano dai miei genitori. E se rimango incinta non avrò lo stesso rendimento sul lavoro, non potrò mangiare dolci né bere vino, almeno per un po’.
Non se ne esce, la vita è un casino.
L’altro giorno ho letto di un ciclo di incontri per cambiare vita. Stavo quasi per iscrivermi, pensando che forse avrei potuto trovare la cura per i miei sensi di colpa. Poi ho visto il costo e mi sono sentita in colpa per i soldi che avrei speso.
La vita è un gran bazar dove tutto ha un prezzo, anche cambiarla. Ma vale sempre la pena investire.