Ci sono certe cose della vita adulta che non vogliono entrarmi in testa. Non so da cosa dipenda, se si tratti di una forma di rifiuto verso i modelli sociali o di una specie di fuga psicologica dalla realtà. Fatto sta che faccio sempre confusione tra revisione e tagliando dell’auto, non so mai se ho pagato il bollo o l’assicurazione, né mi ricordo da quanti watt siano le lampadine che uso in casa.
Conosco una ragazza che non è mai sicura di quale sia il tuorlo e quale l’albume o di cosa sia concavo o convesso. Confesso che tuttora avrei bisogno di riprendere in mano il manuale di scuola guida per capire la differenza tra dosso e cunetta. Potreste pensare che nel mio caso il filo conduttore sia l’auto, che sia la più classica delle donne imbranate quando si tratta di cose dotate di un motore. Ma sono solo esempi. E ho rotto da tempo gli indugi sul portare la macchina dal meccanico da sola.
Forse chiunque usa un personale stratagemma per sottrarsi alle sovrastrutture sociali. Tutto sommato il mio e quello della mia amica sono piuttosto inoffensivi. Avremmo potuto andare a rovesciare i cassonetti o rimanere eternamente bamboccione. Invece viviamo in maniera pressoché indipendente. Tranne quando abbiamo bisogno di fare una torta. Forse è così che il nostro ego ci ricorda che non siamo né mai saremo monadi in grado di vivere completamente da sole. Per fortuna.
Photo credits: Carla Gannis – The Garden of Delights of Emoji