Se cerchi una Sicilia da cartolina, non andare a Catania. Se cerchi un posto dove poter pensare che erano tutti pregiudizi, non andare a Catania. Se cerchi un posto dove tutto è come sembra, non andare a Catania. Perché qui poco è come sembra. Ma in positivo. E’ la terra del paradosso, dove l’ironia si stende su tutto, anche sulle cose sacre. Perché prendersi troppo sul serio fa male. E qui invece si vuole stare bene, senza dannarsi troppo l’anima.
Catania è tutto quello che ti aspetti dalla Sicilia. Non è Taormina, dove ti sembra di passeggiare per Barberino Outlet. Non è Mondello, con le spiagge sterminate e il mare limpido. E non è nemmeno Lipari o Vulcano, prese d’assalto dai turisti. E’ Catania. E’ una città vera, con persone vere dentro. Il mare da un lato (ma per lo più irraggiungibile, dietro la ferrovia), l’Etna dall’altro. Nel mezzo una città che brulica disordinatamente di vita.
Altamente sconsigliata a chi viaggia in modalità tour organizzato, Catania è in grado di togliere delle grandi soddisfazioni ai viaggiatori disorganizzati. Vale a dire: inutile programmare visite a quello o quell’altro museo, bisogna aspettare di essere in loco e verificare cosa c’è di aperto in quel preciso momento dell’anno. Inutile fare la posta alle chiese barocche aspettando che aprano i cancelli (perché qua sono protette da alte cancellate), più probabile che ci “caschiate dentro” mentre state andando da un’altra parte e casualmente trovate le porte aperte. Ma quando e se succede, infilateci dentro di corsa, perché lo spettacolo vale assolutamente il biglietto.
Altrettanto inutile cercare su internet le coordinate del cosiddetto “quartiere a luci rosse” di Catania, il più grande d’Europa negli anni 50, poi vittima di un progetto di smantellamento (pragmaticamente detto “sventramento di San Berillo”) e di un progressivo e inarrestabile degrado. Non troverete da nessuna parte l’elenco delle vie e delle strade, ma di sicuro ve ne accorgerete quando ci passerete vicino.
Cosa fare a Catania allora? Semplice: seguite la massa. Pascolate su via Etnea il pomeriggio, tra caffè e negozi, osservate la fauna in piazza Stesicorio, seguite il profumo degli arancini fin da Spinella, fatevene incartare un piccolo vassoio e andate a mangiarveli al Parco di Villa Bellini, come i catanesi doc. La mattina fatevi un giro al mercato del pesce, dietro piazza del Duomo, perché non avete mai visto un mercato se non siete stati al mercato del pesce di Catania. E già che ci siete pranzate con dell’ottimo streetfood da Scirocco o in una delle trattorie sotto gli archi.
Adattavi agli orari del luogo: i ritardatari cronici come me si sentiranno finalmente a casa, con i ristoranti aperti fino a mezzanotte. Non vi stupite di trovare i locali chiusi all’orario che riterreste consono per l’aperitivo. A quell’ora sono ancora aperte le normali pasticcerie e di sicuro qualcuno sta mangiando un cannolo o una cipollina. Resterete sorpresi dalla quantità di locali aperti tutte le sere fino a tardi nella zona della movida. Godetevi la caponata, l’Etna Rosso, le sarde a beccafico e le cassatine. Fatevi un giro sull’Etna per essere catapultati in un Altrove chissà dove e in che tempo. E non fermatevi mai alla prima impressione. Catania ha mille volti. E tutti hanno qualcosa da raccontare.