Radicalizzarsi, versione riflessiva del verbo “radicalizzare”, è la hit del momento. Non l’avevamo mai sentita con questa assiduità, è diventata uno dei tormentoni dell’estate 2016. Capita di sentire almeno 4 o 5 volte al giorno [dipende dalla dose di Tg che siete soliti assumere] frasi come “si era radicalizzato negli ultimi 15 giorni”, “non è noto se si fosse già radicalizzato in precedenza” e via dicendo, sempre in riferimento a un terrorista o presunto tale. Bei tempi quando d’estate sentivamo parlare solo di radicali liberi e di come proteggere i capelli dal sole.
Ma prima del terrorismo di matrice islamica esisteva questo uso del verbo “radicalizzare”? Interpellerei l’Accademia della Crusca ma non mi pare il caso, di ‘sti tempi di ferie un po’ per tutti. Allora guardo sul dizionario (Google) e alla prima “radicalizzarsi” non salta nemmeno fuori.
Radicalizzare = v. tr. [rendere radicale, condurre a situazioni estreme: r. un dissenso politico] ≈ acuire, esacerbare, esasperare, estremizzare. ↔ attenuare, moderare, smussare. ↑ comporre, conciliare. ■ radicalizzarsi v. intr. pron. [assumere forme e posizioni radicali, intransigenti e sim.: lo scontro si è radicalizzato] ≈ acuirsi, esacerbarsi, esasperarsi, estremizzarsi. ↔ attenuarsi, moderarsi, smussarsi. ↑ comporsi, conciliarsi. (Sinomini e contrari Treccani)
Sul dizionario di Internazionale alla voce “radicalizzarsi” trovo in primis l’uso a fini personali, con riferimento in particolare alla sostanza politica.
Radicalizzarsi = v.pronom.intr.
- di qcn., assumere posizioni di intransigenza, spec. in materia politica
- di conflitto, contrasto e sim., inasprirsi, acuirsi
Vado avanti e provo la traduzione in lingua inglese sul sito Garzanti Linguistica. Mi risponde che in inglese non c’è nessun modo di tradurre “radicalizzazione”, ma forse stavo cercando “razionalizzazione”. No, non direi. La parola più vicina a ciò che sto cercando, secondo Garzanti, è “radicalism” ovvero:
Radicalismo =
- orientamento favorevole a un programma di riforme radicali | atteggiamento estremistico, che rifiuta ogni mediazione
- orientamento politico di ispirazione laica nato in Europa nel secolo XIX con l’intento di superare i limiti del liberalismo classico in nome di un più ampio sviluppo delle istituzioni democratiche e dei diritti civili.
Penso a Pannella e Bonino, chiamati in causa a loro insaputa nel racconto giornalistico del terrore.
Le ricerche correlate al termine “radicalizzarsi” su Google mi forniscono un minimo di conforto: prima della “radicalizzazione islamista” trovo ancora:
Per quanto conosca il meccanismo per cui la stampa si affeziona a parole chiave in grado di rappresentare un concetto in maniera il più sintetica possibile, non posso fare a meno di pensare a una ricerca del politcally correct nell’uso che viene fatto del termine “radicalizzato”. Quasi a voler inquadrare in confini ben precisi – chirurgici? – un fenomeno che non si lascia inquadrare. Quasi a voler rendere neutro – razionale? – un attentato che rischia di buttare all’aria tutte le nostre certezze. E mi chiedo se sia l’unico modo che abbiamo di reagire o possiamo fare di meglio.