Ogni tanto anche chi è drogato di lavoro ha bisogno di ricordarsi del perché lo fa. Non mi dite per i soldi, perché se avessi voluto arricchirmi avrei scelto un altro mestiere e al tempo stesso sono convinta che un mestiere qualsiasi per assicurarmi la sopravvivenza potrei trovarlo. E la soddisfazione, ecco, ci sono momenti in cui anche quella appare un po’ appannata, indipendentemente dai risultati che ottieni. Come ogni tossico che si rispetti tendi ad assuefarti e necessiti di dosi sempre più massicce. Serve un motivo valido per lavorare felici a orari assurdi, sopportare gente assurda, vivere con una perenne ansia da prestazione e controllare le mail 52 volte al giorno.
Molti si fingono giornalisti per entrare gratis alle mostre o per mangiare a scrocco alle anteprime stampa. Ma non sanno che il bello del mestiere sta da tutt’altra parte. E anche drogati di lavoro come me ogni tanto hanno bisogno di un post-it per ricordarselo e lavorare felici. Io ci scriverei sopra queste tre cose.
1. Avere orari assurdi
Non avere un cartellino da timbrare è un privilegio che non tutti comprendono. Un giornalista free lance o un addetto stampa non ha obblighi di orario, ma non si sa come lavora molto più di quello che farebbe se lo obbligassero. Forse potremmo esportare il metodo nella PA. Fatto sta che avere orari assurdi ti permette di scoprire cose che non avresti mai detto. Puoi evitare gli orari di punta, fermarti a mangiare in posti chiusi in orari normali, chiacchierare con persone che non avresti mai incrociato sulla retta via.
2. Finire in situazioni assurde
Nel mestiere del giornalismo o dell’ufficio stampa può capitarti di passare dal livello bettola al super lusso e ritorno, nell’arco di una stessa giornata. Così come può succederti di finire in situazioni assurde. Ti può capitare di elemosinare tavoli in uffici altrui per allestire una conferenza stampa last minute (fatto), di fare la comparsa in servizi TV (fatto), di fare la giurata a una sfilata in costume (fatto), fare una sfilata (fatto), curare una mostra/presentare un libro mai letto/ moderare un dibattito di gente mai vista prima (fatto, fatto e rifatto).
3. Conoscere persone assurde
Ma la parte più bella del mestiere del giornalismo e dell’ufficio stampa è conoscere ogni giorno persone assurde, ognuna con una storia assurda: imprenditori di successo, startupper visionari, casi umani, scappati di casa vestiti da fighetti e milionari travestiti da trippai. Il bello è scoprire ogni giorno un pezzo di mondo, raccontarlo e anche poterselo dimenticare il giorno dopo. E ricominciare da capo.
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