Noi che apprezziamo la vita sul pianerottolo
Io sono una da condominio. C’è chi ha il sogno della villetta, della casa in collina, del terratetto con giardino. Io no, io sono una persona da condominio. Sarà che la collego alla mia infanzia, ma la vita da condominio mi rasserena. Mi basta vederne uno da fuori, con le luci accese per le scale, per essere tranquilla. Il condominio è una condizione dell’anima, significa mettere in condivisione alcuni spazi comuni, fare dei sacrifici in nome del rispetto degli altri e mettere in conto una fisiologica dose di non rispetto altrui. Perché in fondo un condominio è un villaggio, con le sue regole e abitudini sociali. Si possono stendere i panni lì, si può fare la lavatrice dalle alle, si condividono le spese per la pulizia delle scale. E come in ogni comunità che si rispetti ha le sue incoerenze.
Sono quelle che mi rassicurano.
Nel condominio in cui abito attualmente c’è una lavatrice che va a qualsiasi ora del giorno e della notte, un ascensore che viene preso in ostaggio regolarmente e altre abitudini che non mi so spiegare. Al centro del palazzo c’è una piccola corte interna, inutilizzabile se non per stenderci i panni, ma così poco accogliente che non mi sono mai azzardata. Quando mi sono trasferita qui qualcuno aveva l’abitudine di gettarci dentro l’incarto dei würstel. Non ho idea del perché, era un cimitero di gusci di plastica. Poi, inspiegabilmente, ha smesso.
Le pareti sono così sottili che riesco a sentire il cellulare della vicina che vibra nell’appartamento accanto, il mio dirimpettaio che russa e non ho bisogno di un abbonamento Sky per sapere quando la Fiorentina fa goal. Mi stupisco che nessuno si sia mai lamentato delle mie telefonate notturne. In compenso io ho lasciato amari post-it ai vicini che facevano i lavori di ristrutturazione avanza tempo (tradotto: per vigilia, Natale e santo Stefano).
Il condominio è così, mette alla prova i tuoi istinti primordiali e la tua pazienza. Ma è come studiare in vitro un campione di umanità, follie comprese. Una guida intergalattica per sopravvivere fuori dalle quattro mura di casa ed essere felici, talvolta, di abbandonarle. Il condominio è morto, viva il condominio.