Mi capita sempre più spesso di ammalarmi nel “momento sbagliato”. Non che ci sia mai un momento giusto per ammalarsi, è sempre una gran rottura. Ma negli ultimi tempi classicamente quando dico “ora non mi posso ammalare perché ne ho mille da fare” è quando mi ammalo. E quando mi ammalo mi pento sempre di non aver trovato il tempo di fare una serie di cose quando stavo bene.
Stavolta mi sono ritrovata a letto con l’influenza nel bel mezzo di Pitti Uomo, con il frigo vuoto, a corto di medicinali, una marea di comunicati stampa da scrivere e situazioni da gestire. Perché diamine non ho trovato il tempo di fare la spesa nei giorni scorsi? O anche solo di fermarmi a ricomprare i fazzoletti dal mio fornitore sotto casa? Accidenti a me e a quando ho rimandato a “dopo Pitti” il disfare l’albero di Natale, mio, dei miei genitori e del mio ragazzo. E perché non ho approfittato dei giorni scorsi per dare una pulita a questo lerciume di casa dove ora mi trovo bloccata?
L’influenza è terapeutica, è il modo con cui il mio organismo mi comunica: trova il tempo di fare le cose importanti.
Mi ammalo quando mi scordo che esiste una vita oltre il lavoro. E pensare che tra i miei buoni propositi 2017 c’erano cose come “stressarsi di meno, trovare più tempo per amici e famiglia, per andare alle mostre…”.
In questo periodo in cui la febbre sta facendo strage vi consiglio di guardare all’influenza con occhi diversi. Dobbiamo trovare il tempo per vivere, oltre le preoccupazioni, le rotture, gli appuntamenti irrimandabili, le scadenze. Anche se personalmente credo che me ne scorderò non appena il termometro scenderà sotto i 38°.